sabato 30 luglio 2011

i

a volte ho paura che questo spazio sia un pozzo di sensazioni
lanciate senza guardare dove.
a volte penso sia un'autostrada percorsa da occhi veloci.
questo non mi fa paura ma butta in aria.
e resto attaccata al cielo.
forse sono una dei pochi seguaci del romaticismo cementato.
chissà ora cosa stai guardando.
potrei dirti che voglio che tu sia qui.
a sentir fame con me.
a lavarti i denti con me.
ad aprire armadi con me.

ma non lo faccio
perchè so solo che hai gli occhi  tutti d'un colore
senza sfumature
e i denti un pò storti un pò timidi.
che inspiri ed espiri la musica
come me
che forse potrei accarezzarti come tu vuoi
e tu potresti toccarmi i capelli come io voglio.



il mio meteo emotivo prevede che starò ferma
a meno che il tuo sole
non cada



qui.

mercoledì 27 luglio 2011

desiderio numero quattro

e solo per quel pomeriggio fu rapita da un albero

the poet

a questa il titolo glielo metti tu?

(la mia poesia può cariarti la mente,lo so.
è solo che vuole uscire.

la mia poesia vuole camminare.
vuole farti uno scherzo.
vuole sussurrarti un saluto.
vuole schizzarti.
vuole farti una serenata con le mani.
vuole asciugarti il cuore bagnato.

la mia poesia vuole uscire
non riesce a dormire
vuole uscire)

martedì 26 luglio 2011

passate previsioni

piovevi sopra l'anima.

don't panic,baby

è come se la gola si rannicchiasse.
e allora ti sembra di non ricordare più il tuo nome.
una quiete ti copre tutta come un lenzuolo.
pensi ora se ne va ora se ne va.
e invece si sdraia accanto a te
come cane stanco dopo un lungo viaggio.
a volte è blu
a volte è rosso
e tu te ne stai lì
come una stella marina senza il mare.

venerdì 22 luglio 2011

autoconferme

nonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoicanonsonoparanoica

martedì 19 luglio 2011

il viaggio verde

corro con la testa più lunga del corpo,
con la testa che scanza l'aria brutta.
dagli alberi le campane suonano.
è il compleanno di questo bosco.

sfiorariamoci le piccole pance
piene di frasi e fragole.

corri.
scriverò con la mia ombra un poema
su quest'erba.
ora sento le campane nella testa












ma non è il mio compleanno.
questo blog è un tessuto di errori.

frasi ricoverate
parole malate
virgole invadenti.

spruzzo imbarazzo da tutti i miei cuori.

lunedì 18 luglio 2011

anche questa va a finire che la capisco solo io

ho comprato un paio di scarpe che hanno una fantasia leopardata.
non sono fatte di pelle di leopardo,hanno solo una fantasia leopardata.

l'ho fatto.

sono entrata nel negozio,le ho provate.
poi le ho tolte.
le ho riprovate e le ho tolte di nuovo.
ho fatto un giro nel reparto delle magliette.
ma niente.
sono tornata da loro.
ce n'erano poche e avevo paura che sarebbero terminate.
così,dopo essermi guardata intorno,le ho riprovate.
mentre le guardavo ai piedi immaginavo che probabilmente qualcuno stava osservando quella scena da un pò.
ho ceracto di sgonfiare questo pensiero e le ho tolte.
sono uscita dal negozio.
e ho fatto ciò che mai avrei voluto fare.
ho chiamato mia madre,sperando che mi allontanasse dall'intento di comprarle.
"pronto?"
"pronto mamma,che pensi della fantasia leopardata?"
"beh,non ho un'opinione precisa sulla fantasia leopardata"
"va bene,ma a cosa ti fa pensare?"
"a niente"
"il leopardato,a parte ai leopardi,non ti fa pensare a qualcosa?"
"veramente no.è una fantasia.ma perchè questa domanda?"
"mi piacciono delle scarpe ma sono fatte con una stoffa a fantasia leopardata."
"e allora?se ti piacciono comprale.più che altro stai attenta che non ti facciano male come la solito al tallone.ciao"
"grazie.ciao"
sono tornata in negozio,le ho provate altre quattro volte.e alla fine le ho comprate.


una scarpa non è sempre una dichiarazione di intenti.







sabato 16 luglio 2011

duecentoundici e altre storie

i bus sono dei laboratori antropologici.
scatole che trasportano storie,pensieri,imbarazzi.

già alla fermata,in attesa che il bus arrivi,si aprono le danze dei cuori.
si fa finta di analizzare scrupolosamente la tabella degli orari,ma in realtà si cerca con la coda del cuore,appunto,uno sguardo una pelle un corpo che ci accolgano che ci ascoltino o ci permettano di ascoltare.
e così si inizia  a parlare del ritardo del 211,che quando è inverno passa lentamente a causa del traffico e quando è estate passa lentamente a causa della riduzione del personale.
ma ci vuole un attimo,basta un attimo per iniziare a mettere le mani nella propria esistenza e tirare fuori un dolore una gioia un segreto.
da un pò di anni ho un obiettivo:salire sul bus e fissare un punto,sempre lo stesso,fino alla fermata dove devo scendere.
penso sia un modo  per non mischiarmi al concerto di esperimenti umani che mi circonda.
io ci provo,ma poi davanti al mio sedile c'è la signora che mi dice che ha aspettato cinquanta minuti il 211,che se fosse andata a piedi sarebbe andata tornata e avrebbe iniziato pure a preparare il minestrone per il figlio che si sta per laureare in medicina.
mentre l'altro figlio è già laureato in sociologia ma non è riuscito a trovare un lavoro che gli piace,e quindi si è dovuto accontenatre di un posto in un call-center.
io ci provo ma nel sedile davanti al mio c'è una ragazza che tiene in braccio un bimbo che piange.
lei gli tende il biberon ma il bimbo continua a piangere.
poi prova a dargli un gioco,una specie di sonaglio colorato ma niente,il bimbo piange ancora.
e allora la signora che gli sta accanto le dice di tentare col ciuccio,ed effettivamente così il bimbo si tranquillizza.
la ragazza ringrazia,dice che è stanca,che non ha dormito tutta la notte perchè enrique ha pianto spesso.
la signora le dice che capita quando sono così piccoli,che lei pure ha una figlia,che ora è una ragazza.
dice che quando aveva un anno piangeva sempre la notte,e allora lei si alzava le accarezzava le manine e la bimba si addormentava.
io ci provo,ma dietro di me c'è una ragazzina,avrà quattordici anni,che parla ad alta voce con le sue amiche.
dice che con marco si sono baciati,che però lui è uno stronzo perchè esce anche con martina,quella della terza b.
e allora le amiche dicono che martina è una cretina,che va con tutti,e di provarci con fabio,che quello bacia bene e non esce con due tipe contemporaneamente.
la ragazzina annuisce,masticndo la gomma come se la lingua stesse impastando il pane.
annuisce.sì,marco è uno stronzo,quando richiamerà lei gliene dirà quattro,anzi non risponderà proprio alla chiamata.
le amiche fanno partire una canzone neomelodica sul cellulare.
cantano con passione in dialetto napoletano.
squilli,tanti.
lei guarda lo schermo.il nome "marco"appare e scompare ripetutamente.la sta chiamando.
"lascia perde,è nò stronzo t'ho detto".dice l'amica con il piercing sulla lingua.
ma lei non ce la fa.
"amò!oh,'ndo stai?t'ho chiamato cinque volte,che stavi a fà?"
le amiche scuotono la testa e continuano a cantare.
"vabbè mò scendo dal 211 e vengo da te".
spinge il pulsante arancione,il bus si ferma e la ragazza va.
ho un vuoto così colmo di roba
da dire
mangiare
scrivere



che non riesco a travasarlo da me a te.

martedì 12 luglio 2011

martedì sera è così

sto leggendo un libro.
si chiama "la nausea"ed è stato scritto da Jean-Paul Sartre.
nella prima pagina incontro una frase e mi fermo.
"ecco quel che si deve evitare,non bisogna mettere dello strano dove non c'è nulla.credo sia questo il pericolo,quando si tiene un diario:si esagera tutto ,si sta in agguato,si forza continuamente la verità".
io forse sto in agguato.
in agguato dei dettagli.

nei dettagli ci viaggio dentro.
ci dormo dentro,ci mangio dentro ai dettagli io.
fissare gli occhi di mia madre mentre guarda un film è un dettaglio di cui non posso fare a meno.
sentire l'odore del cuscino prima di addormentarmi è un dettaglio di cui non posso fare a meno.
ricordare mio nonno mentre mi faceva il solletico,i suoi denti in quel momento,è un dettaglio di cui,no,non posso fare a meno.
forse i dettagli sono belli.
e dolci.
sono come i fiori.
gli devi dare l'acqua ogni giorno.
e aspettare.
quando ti dimentichi che stai aspettando,si aprono.
e tutto prende luce.

mercoledì 6 luglio 2011

i vecchi
sono
bambini
con la pelle stropicciata.

Niculì

quante cose fà per me Nicola.
mi porta con sè sul motorino.
lui si mette il giornale sotto la maglietta per non farsi portare via il petto dal vento.
ma a me non lo mette il  giornale.
c'è la sua schiena bianca di gesso a proteggermi.
Nicola ha i baffi come gli attori di Hollywood degli anni cinquanta.
a me piace quando a pranzo e a cena beve il vino.
da come lo culla nella bocca si capisce se gli piace.

Nicola è davvero buono come il pane.
a me il pane piace tanto,è il mio cibo preferito.
le sue mani marroni
come laghi
stringono le mie.
e tutto il resto
in un attimo
cade.

assioma

                                                                                            un'opinione può nascere anche sotto la doccia.

domenica 3 luglio 2011

la poetica della pancia

con tutto quello che ha dentro,
la pancia
in un'altra vita
sarà una scrittrice.
quando sei in casa, poco prima di uscire,metti su il disco di un cantante che ti piace.
poi esci.
ma non sbattere la porta.
chiudila con delicatezza.
lascia che la musica galleggi per le stanze.
lascia che faccia un concerto per il tuo armadio,per il quadro all'ingresso,per la candela bianca piena di polvere.
per il letto rosso che ti porta in braccio ogni notte.
e per lei,per la finestra della stanza.
è vecchia ma ti fa vedere benissimo ciò che vuoi.
la casa ti tiene sempre dentro di sè.





sii gentile con lei.

da ascoltare mentre si legge la canzone

mi hanno detto che sei intelligente per avere sei anni.
che ascolti.
e parli solo dopo che tutte le parole si sono amalgamate nella tua testa.
che vorresti essere amico di remì.
quello dei cartoni animati.
per poter camminare con lui su quei viali bianchi di sassi.
magari posso venire anch'io.
io non mi intrometto nella passeggiata.io vi seguo.
voglio solo vederti di spalle.
e accarezzare il cane.

siediti,ascolta delle canzoni che ho conservato per te.
siediti,e finalmente guardiamoci.










sabato 2 luglio 2011

il padre continuava a dirgli di stare fermo.
"smettila!"urlava.
la madre lo guardava non come una mamma, ma come una di quelle signore che quando guardano i giovani lo fanno con disprezzo, sostenendo che quando erano giovani loro certi atteggiamenti i bambini non li potevano avere.
il fioraio,indiano,lo fissava,distratto solamente dai vasi che cadevano per il forte vento e che istantaneamente andava a riaddrizzare.
ma il bambino,lì davanti alla panchina della fermata, continuava.
faceva una cosa strana e ripetuta.
saltava,tendeva un braccio verso la strada ed apriva e chiudeva la mano.
ogni volta che accadeva rideva.

ai piedi aveva dei sandali di gomma verdi.


poi ad un certo punto si sentì"anche questa l'ho presa!"e la solita risata.
forse,in quell'istante,qualcuno capì che il bambino stava solo cercando di afferrare con le mani le automobili che gli passavano davanti.





da cosa nasce un'opinione?

abbagli

oggi niente poesie.
mi sono svegliata sentendo il pianto di un cane.
nel frangente in cui si scende dal sogno per calarsi nella realtà ho sentito il  pianto di un cane.
mi sono chiesta perchè fosse così triste.
forse si è fatto male,forse non l'hanno capito,forse anche lui ha dormito male,ho pensato.
completamente sveglia e coi capelli un pò brilli non ho sentito più alcun suono.
stupita,mi sono affacciata alla finestra.
tutto era calmo.
sono andata in terrazza ,ma a parte la solita coppia che al balcone di fronte litiga ad ogni ora,non c'erano rumori.
eppure io ho sentito,continuavo a sussurrarmi.

forse non era un pianto.
forse era una risata.
in fondo mica lo so con certezza com'è il pianto di un cane.
forse non era poi così triste.
anzi,forse si stava divertendo.
stava giocando con la palla.
rincorreva un bambino.
mangiava i suoi biscotti preferiti.


(o forse era il cane che è dentro di me che voleva svegliarmi)

venerdì 1 luglio 2011

ti immagini
essere un uccello
camminare nell'aria
leccare le nuvole
aprirsi al vento

ti immagini
essere un un pesce
appendersi all'acqua
farsi bere dalla corrente
respirare la velocità
e la dolcezza
tutta d'un fiato

dacci un taglio

io mi taglio spesso i capelli.
perchè quando lo faccio sento una rondine che parte dalla mia pancia passa per la gola ed esce fuori.
và.