mercoledì 30 novembre 2011
parentesi aperta
(questo è uno di quei momenti in cui è necessario decidere se essere troppo felice o troppo triste.
my personal frame
ti guardo mentre mangi in fretta
come se stessi per partire e non tornare più
e invece devi solo andare di là
a distenderti sul letto
e a metterti il cappotto sui piedi
perchè la coperta,si sa,è troppo.
come se stessi per partire e non tornare più
e invece devi solo andare di là
a distenderti sul letto
e a metterti il cappotto sui piedi
perchè la coperta,si sa,è troppo.
andare
i capelli sembrano fatti di farfalle
marroni
stringe la borsa
come un bambino
di stoffa
chissà perchè
chissà perchè
la apre la chiude la apre
la rassicura
la metro è aria di metallo che arriva
e le farfalle volano
e poi tornano
camminando attorno agli occhi
verdi
due pozzanghere
tenere
la metro è aria di metallo che arriva dentro
voglio solo andare
pensa
voglio solo andare
vado
voglio solo andare
marroni
stringe la borsa
come un bambino
di stoffa
chissà perchè
chissà perchè
la apre la chiude la apre
la rassicura
la metro è aria di metallo che arriva
e le farfalle volano
e poi tornano
camminando attorno agli occhi
verdi
due pozzanghere
tenere
la metro è aria di metallo che arriva dentro
voglio solo andare
pensa
voglio solo andare
vado
voglio solo andare
martedì 22 novembre 2011
vietato ai minori
dormi dormi bel bambino
anche se la vita è un casino
tieni alti i tuoi sogni
anche se del sistema ti vergogni
dormi dormi amore mio
che prima o poi ci pensa Dio
a sciogliere tutto
dormi dormi amore mio
è stato solo un sogno brutto
anche se la vita è un casino
tieni alti i tuoi sogni
anche se del sistema ti vergogni
dormi dormi amore mio
che prima o poi ci pensa Dio
a sciogliere tutto
dormi dormi amore mio
è stato solo un sogno brutto
lunedì 21 novembre 2011
vuOto
ognuno cerca il proprio posto nell'aria per poter respirare spazi bianchi e sgrassati sono bulimica di certezze che poi vomito tutte insieme nel mio cesso interiore c'è una grotta nella pancia lì dorme la verità sfuorescente che dentro mi accende
lunedì 14 novembre 2011
martedì 8 novembre 2011
per me è chiaro
io sono nella musica
è una coperta di vibrazioni
è una piscina
fucsia senza fondo
dove posso tuffarmi nuda
è il polmone che emana
cieli montagne amori
in un respiro solo
è tra le ciglia
è sui capelli
amoreggia con la gola
io sono nella musica io sono fatta di musica io sono nella musica
è una coperta di vibrazioni
è una piscina
fucsia senza fondo
dove posso tuffarmi nuda
è il polmone che emana
cieli montagne amori
in un respiro solo
è tra le ciglia
è sui capelli
amoreggia con la gola
io sono nella musica io sono fatta di musica io sono nella musica
lunedì 7 novembre 2011
è un lunedì di ferro.questo
ti porto giù
scendiamo fino al cielo
le lune
ipotetiche
ci faranno la giusta ombra per poterci guardare negli organi
sentimentali
ho un cervello di ferro stasera
che non mi fa pensare
che non mi fa andare
sedami con la tua dolcezza
anacronistica
oppure prendimi
e non torniamo più.
scendiamo fino al cielo
le lune
ipotetiche
ci faranno la giusta ombra per poterci guardare negli organi
sentimentali
ho un cervello di ferro stasera
che non mi fa pensare
che non mi fa andare
sedami con la tua dolcezza
anacronistica
oppure prendimi
e non torniamo più.
giovedì 3 novembre 2011
ma li mortacci tua
"ma li mortacci tua e de tù nonna".
è la prima cosa che gli sento dire.
a franchino.
un vecchio alto come un semaforo arrugginito,che cammina avanti e indietro davanti alla fermata del 211.
sono le cinque del pomeriggio.
alle cinque del pomeriggio conosco franchino.
ogni due minuti circa spedisce un "ma li mortacci tua"a chi sta conducendo il bus in quel momento.
"ah signorì,ma lo sai da quanto sto a spettà?me sò fatto vecchio a stà qui".
non porta la dentiera e così la bocca sembra inghiottita dal viso,da cui esce,ogni tanto,un sorriso ferroso,grigio,consumato.
"anvedi quello,ma ndò va?",dice,guardando un signore che gira su una strana bicicletta elettrica.
"ma li mortacci tua!",passa un bus,ma non è quello che serve a noi.
"a signorì ò sai qual'è er segreto pè fà accadè le magie?"
"no,non lo conosco"rispondo.
"devi annà laggiù"mi sussurra indicandomi un muretto vicino alla fermata," e devi dì nà sfilza de parolacce!".
franchino ride.
forse mi sta prendendo in giro,o forse è contento di condividere con me il suo segreto.
"mò sta a guardà",mi dice,già incamminandosi verso il luogo della magia.
arriva vicino al muretto,ed effettivamente lo vedo parlare,come uno studente che sta ripetendo a memoria una formula matematica.
poi torna da me,cammina sulle nuvole.
stiamo in silenzio per qualche minuto.
sono le cinque e mezza.
ad un tratto,come ricordandosi della mia presenza,si curva verso di me,scosta il giacchetto con la mano e mi fa vedere il taschino su cui sono attacchate tre mollette per i panni,una verde una bianca e una rossa.
"aoh,'sta cosa l'ho inventata io eh.è pè ricordà l'Italia".
franchino mi piace,vuole ricordare l'Italia con delle mollette,se la vuole portare dietro come un panno steso sul suo corpo.
"ma che te stai a magnà la gomma?".
"sì",rispondo come se avessi commesso un crimine.
"non se devono magnà le gomme,quelle te prosciugano lo stommaco!"
"ma che fumi?"
"ogni tanto"dico quasi balbettando.mi sento sempre più colpevole.
"eh no.però mò sta cosa no!non devi fumà.pensa che io c'ho un nipote,un pischelletto,che se sta sempre a fumà gli spinelli.mica te fai pure gli spinelli vè?"
"no"rispondo come se qualcuno m'avesse tolto uno scoglio dallo stomaco.
"ecco,brava.insomma,ce stà mì nipote che fuma,poi je dico nà cosa e me dice che n'ha capito.allora je la ripeto e me dice che n'ha capito.aoh,je la devo da dì cinque sei volte.nun capisce 'n cazzo da quAndo fuma!e li mortacci tua!".
passano vari bus,ma il 211 non c'è.
"ciao franchì!",urla di sfuggita un ragazzo che gli passa vicino.
"ciao!"dice franchino.poi si riavvicina a me.
"aoh,ma mi cazzo era quello?"
e ride.
mai facendosi sentire.
è una risata sussurrata.
anche quella è un segreto che mi confida.
"me chiamano franchino ma io me chiamo franco.cioè me chiamo francesco.e te come te chiami signorì?"
"angela".
"angela!che bel nome,è un nome de nà volta,mò nun ce se chiama più nessuno co..anvedi quello..che strano aoh,ma che sta a fà?".
sono delusa.
mi piaceva che franchino parlasse del mio nome.
e invece niente,è passato un ragazzo su un monopattino e il discorso è andato a farsi benedire.
"ma lo sai quant'anni c'ho?"
"settanta",dico.
faccio finta di essere dubbiosa,ma so che ne ha molti di più.
è che voglio compiacerlo,come ha fatto lui con la storia del nome.
"magari!ce n'ho ottantatre!sò rimasto solo io,i miei fratelli sò tutti morti."
"e inipoti?",chiedo.
"i nipoti?quelli vojono solo questi!"con la mano mi fa capire che si riferisce ai soldi.
"nun ce l'ho manco pè mè,li vado a dà a loro?aoh!e li mortacci tua!"
passa un bus.lui sale.
"a signorì,sai che te dico?mò prendo questo!".
non è il 211 però.
sono le sei.
vado vicino al muretto.
e inizio.
li mortacci tua cazzo minchia vaffanculo stronzi merde.
effetivamente sto meglio.
la magia è avvenuta.
è la prima cosa che gli sento dire.
a franchino.
un vecchio alto come un semaforo arrugginito,che cammina avanti e indietro davanti alla fermata del 211.
sono le cinque del pomeriggio.
alle cinque del pomeriggio conosco franchino.
ogni due minuti circa spedisce un "ma li mortacci tua"a chi sta conducendo il bus in quel momento.
"ah signorì,ma lo sai da quanto sto a spettà?me sò fatto vecchio a stà qui".
non porta la dentiera e così la bocca sembra inghiottita dal viso,da cui esce,ogni tanto,un sorriso ferroso,grigio,consumato.
"anvedi quello,ma ndò va?",dice,guardando un signore che gira su una strana bicicletta elettrica.
"ma li mortacci tua!",passa un bus,ma non è quello che serve a noi.
"a signorì ò sai qual'è er segreto pè fà accadè le magie?"
"no,non lo conosco"rispondo.
"devi annà laggiù"mi sussurra indicandomi un muretto vicino alla fermata," e devi dì nà sfilza de parolacce!".
franchino ride.
forse mi sta prendendo in giro,o forse è contento di condividere con me il suo segreto.
"mò sta a guardà",mi dice,già incamminandosi verso il luogo della magia.
arriva vicino al muretto,ed effettivamente lo vedo parlare,come uno studente che sta ripetendo a memoria una formula matematica.
poi torna da me,cammina sulle nuvole.
stiamo in silenzio per qualche minuto.
sono le cinque e mezza.
ad un tratto,come ricordandosi della mia presenza,si curva verso di me,scosta il giacchetto con la mano e mi fa vedere il taschino su cui sono attacchate tre mollette per i panni,una verde una bianca e una rossa.
"aoh,'sta cosa l'ho inventata io eh.è pè ricordà l'Italia".
franchino mi piace,vuole ricordare l'Italia con delle mollette,se la vuole portare dietro come un panno steso sul suo corpo.
"ma che te stai a magnà la gomma?".
"sì",rispondo come se avessi commesso un crimine.
"non se devono magnà le gomme,quelle te prosciugano lo stommaco!"
"ma che fumi?"
"ogni tanto"dico quasi balbettando.mi sento sempre più colpevole.
"eh no.però mò sta cosa no!non devi fumà.pensa che io c'ho un nipote,un pischelletto,che se sta sempre a fumà gli spinelli.mica te fai pure gli spinelli vè?"
"no"rispondo come se qualcuno m'avesse tolto uno scoglio dallo stomaco.
"ecco,brava.insomma,ce stà mì nipote che fuma,poi je dico nà cosa e me dice che n'ha capito.allora je la ripeto e me dice che n'ha capito.aoh,je la devo da dì cinque sei volte.nun capisce 'n cazzo da quAndo fuma!e li mortacci tua!".
passano vari bus,ma il 211 non c'è.
"ciao franchì!",urla di sfuggita un ragazzo che gli passa vicino.
"ciao!"dice franchino.poi si riavvicina a me.
"aoh,ma mi cazzo era quello?"
e ride.
mai facendosi sentire.
è una risata sussurrata.
anche quella è un segreto che mi confida.
"me chiamano franchino ma io me chiamo franco.cioè me chiamo francesco.e te come te chiami signorì?"
"angela".
"angela!che bel nome,è un nome de nà volta,mò nun ce se chiama più nessuno co..anvedi quello..che strano aoh,ma che sta a fà?".
sono delusa.
mi piaceva che franchino parlasse del mio nome.
e invece niente,è passato un ragazzo su un monopattino e il discorso è andato a farsi benedire.
"ma lo sai quant'anni c'ho?"
"settanta",dico.
faccio finta di essere dubbiosa,ma so che ne ha molti di più.
è che voglio compiacerlo,come ha fatto lui con la storia del nome.
"magari!ce n'ho ottantatre!sò rimasto solo io,i miei fratelli sò tutti morti."
"e inipoti?",chiedo.
"i nipoti?quelli vojono solo questi!"con la mano mi fa capire che si riferisce ai soldi.
"nun ce l'ho manco pè mè,li vado a dà a loro?aoh!e li mortacci tua!"
passa un bus.lui sale.
"a signorì,sai che te dico?mò prendo questo!".
non è il 211 però.
sono le sei.
vado vicino al muretto.
e inizio.
li mortacci tua cazzo minchia vaffanculo stronzi merde.
effetivamente sto meglio.
la magia è avvenuta.
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