per fotografare ci vuole coraggio. perchè non sempre quello che si vuole immortalare ti dà il premesso di farlo. e non mi riferisco solo alle persone. anche i luoghi a volte si rifiutano di essere presi. anche i cieli. scappano,più veloci delle loro nuvole.
qualcuno mi ha detto che non capisce quello che scrivo. normale. può essere che non scrivo in modo corretto e, si sa, quando un concetto è scritto male ci si deve impegnare tanto,a volte troppo, per comprenderne il significato. oppure(e questa è l'ipotesi che mi affascina di più) può essere semplicemente che, come tutto ciò che esiste dentro e fuori di noi,anche ciò che è scritto da qualche parte entra o non entra. come quando una chioma di un albero può sembrare una spugna verde eterea o semplicemente un insieme di foglie. come quando il colore del cielo al mattino,può dare un senso o no al giorno che sta per venire. come quando bevi la spremuta a colazione perchè ti fa stare bene e invece a me fa venire il mal di pancia. nonostante questo vogliamoci bene.
chissà se qui dentro è permesso togliersi le scarpe qui la puzza non si sente guardare il cielo per più di un minuto che tanto gli altri non ti vedono non possono dire che sei strano accarezzarsi le guance da soli perchè perchè così è in questo momento cantare una canzone diversa da quella che stanno cantando urlare ballare dentro lo so voi non lo vedete ma si può fare chissà se qui è permesso dimenticare per un secondo il proprio nome non rispondere non chiedere non rispondere non rispondere non rispondere
voci elettriche tagliano l'aria corrono più veloci del respiro. è ferma solo i colori esplodono dentro solo la gioia vernicia i polmoni. e gli occhi ridono.