domenica 18 novembre 2012

la preghiera di flanella.

questa è l'ultima volta l'ultimo giorno che sto così
domani cambierò.
sì , mi sveglierò e sarà tutto diverso.
aprirò gli occhi in modo diverso
appoggerò i piedi a terra in modo diverso e cercherò anche le pantofole in modo diverso.
mary ogni sera, nel suo letto, si ripeteva questi pensieri.
mentre sistemava le coperte che inspiegabilmente si arrotolavano tutte su stesse pregava
ma non a Gesù.
ma al suo cuore.
domani devi essere più dolce
e andare.
io ti seguirò ma tu devi essere dolce e andare.
mary era ai bordi del mondo.
troppo silenziosa
troppo rumorosa.
troppo.
poco.
credeva ai miracoli.
e così anche se la mattina il cuore non faceva quello che lei gli aveva chiesto,
la sera parlava di nuovo con lui.
a volte arrabbiata
a volte comprensiva.
sussurrava la sua preghiera
di flanella.
poi di nuovo nel suo mondo
lì sotto le coperta
dove tutto era rassicurante
dove non si poteva sbagliare
dove ci si poteva aprire
dove si poteva cantare ridere facendo rumore
dove si poteva restare ad occhi aperti
dove si poteva parlare
amare
giocare
dire di no
dire di sì.
dire di no.

anna e joy.joy ed anna.

anna amava il silenzio di lui.
perchè non era un silenzio senza senso.
era un silenzio pieno.
conteneva più di mille anzi un milione di parole.
le piaceva stare con lui nella stanza.
distesi sul letto.
riscaldati un pò dalla coperta a fantasia scozzese
e un pò dai loro corpi di lana
rosa.
ogni tanto il braccio di anna chiamava quello di joy.
i due lasciavano la presa
e poi la mano di joy sussurrava qualcosa a quella di anna.
era un'altalena di gesti.
un'orchestra di mani gambe gomiti dita.
anna aveva bisogno di quella silenziosa
melodia di carne.
a volte lei pensava che non erano adatti l'uno all'altra.
joy non può comprendere la mia profondità.
io sono complessa.
pensava velocemente
senza virgole e punti.
anche anna era un'orchestra .
di pensieri però.
pensieri
di ferro che battevano
appendevano sulle pareti della sua mente
quadri pieni di dubbi
e ossessioni.
poi andava in terrazza.
scalza.
come una telecamera che sta riprendendo un campo lunghissimo
girava piano la testa
per osservare tutto quello che c'era davanti.
tetti antenne la fine un albero il balcone pieno di vasi fioriti una nuvola che sembra un topo la tenda a righe lo stendino .
respirava altre vite.
e questo riempiva i polmoni di vuoto.
un vuoto che cancellava tutto.
joy anche lui è profondo.
la mia profondità è in bianco e nero.
mentre la sua è colorata.
sputa fiori.
e allora capita che a volte.
che a volte sembriamo due case
immobili
dure di cemento
che si guardano ma non riescono a muoversi.


venerdì 16 novembre 2012

il nascondiglio.







ogni tanto c'è bisogno di nascondersi.
di nascondere la propria anima dietro un albero
dietro un cuscino
o in quell'angolo lì vicino alla finestra che parla della città.
il nascondimento fà osservare la realtà con occhi puliti
e quelli che erano fruscii
diventano voci
che che vengono
dentro.
ogni tanto c'è bisogno di nascondere un pensiero
un progetto
una verità
per non scuotere altri cuori
altri pensieri progetti verità.

nascondersi ogni tanto fa bene
è una nuotata nel silenzio
è l'abbraccio con sè stessi.

NASCondersi
NASCere.
di nuovo.

mercoledì 14 novembre 2012

domenica 4 novembre 2012

the power of a song.

ascoltare canzoni ha un potere infinito.
ci sono canzoni che vanno cantate piano
perchè ci sono delle volte che tu vorresti sussurrare
ma non hai abbastanza quiete dentro.
ci sono canzoni che vanno cantate forte
perchè ci sono delle volte che tu vorresti urlare
ma non hai abbastanza voce per farlo.