sabato 18 giugno 2011

quando ero piccola mi piaceva tanto quando in viaggio,in autostrada,la macchina entrava in galleria.
per me era come entrare in un mondo strano.mi sdraiavo sul sedile,mi toglievo le scarpe e imprimevo i piedi sul finestrino.chiudevo gli occhi.li riaprivo.li chiudevo.
la luce gialla dei neon appariva e scompariva e questo mi dava conforto.
perchè io non scomparivo.
io ero lì.
sul sedile della macchina.
coi miei genitori.
ero al sicuro.
a volte,quando quella sensazione non mi bastava,restavo seduta e,mentre la macchina andava,guardavo dal finestrino,aspettando il momento in cui avrei visto il segnale dell'uscita di emergenza.
ogni sei  metri circa c'era un cartello.
sul cartello era disegnato un omino che correva verso una porta.
sotto c'era una porta.
io aspettavo il momento di vedere quella porta.
era un attimo.vedevo la porta per un secondo e continuavo a guardarla con la testa girata all'indietro.
cosa c'è li dentro?mi chiedevo.
mio padre diceva che entrando lì ci salvava dagli incendi.
sì,ma cosa c'è?com'èfatto quel posto?
c'è qualche signora che ti accoglie all'entrata,ti fa accomodare su un divanetto nell'attesa di prendere i tuoi dati?
o forse c'è  una specie di labirinto da percorrere fino ad un'uscita?

la galleria resta per me un mistero.
un buco nel mio cielo.
rosa.

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