domenica 18 novembre 2012

anna e joy.joy ed anna.

anna amava il silenzio di lui.
perchè non era un silenzio senza senso.
era un silenzio pieno.
conteneva più di mille anzi un milione di parole.
le piaceva stare con lui nella stanza.
distesi sul letto.
riscaldati un pò dalla coperta a fantasia scozzese
e un pò dai loro corpi di lana
rosa.
ogni tanto il braccio di anna chiamava quello di joy.
i due lasciavano la presa
e poi la mano di joy sussurrava qualcosa a quella di anna.
era un'altalena di gesti.
un'orchestra di mani gambe gomiti dita.
anna aveva bisogno di quella silenziosa
melodia di carne.
a volte lei pensava che non erano adatti l'uno all'altra.
joy non può comprendere la mia profondità.
io sono complessa.
pensava velocemente
senza virgole e punti.
anche anna era un'orchestra .
di pensieri però.
pensieri
di ferro che battevano
appendevano sulle pareti della sua mente
quadri pieni di dubbi
e ossessioni.
poi andava in terrazza.
scalza.
come una telecamera che sta riprendendo un campo lunghissimo
girava piano la testa
per osservare tutto quello che c'era davanti.
tetti antenne la fine un albero il balcone pieno di vasi fioriti una nuvola che sembra un topo la tenda a righe lo stendino .
respirava altre vite.
e questo riempiva i polmoni di vuoto.
un vuoto che cancellava tutto.
joy anche lui è profondo.
la mia profondità è in bianco e nero.
mentre la sua è colorata.
sputa fiori.
e allora capita che a volte.
che a volte sembriamo due case
immobili
dure di cemento
che si guardano ma non riescono a muoversi.


Nessun commento:

Posta un commento